Highlights di progetto
Settore | altre opere civili | |
Paese | Cile | |
Posizione | Cerro Armazones (Deserto di Atacama) | |
Tipologia di contratto | E.P.C. | |
Valore contrattuale | EUR 400 milioni | |
Committente | ESO (European Southern Observatory) | |
Contractor | Consorzio ACe con Astaldi (leader al 60%) | |
Avanzamento | opere in corso | |
Realizzazione | inizio febbraio 2016 |
Descrizione
La progettazione e realizzazione dell’Extremely Large Telescope (ELT), il più grande telescopio ottico al mondo, rappresenta una sfida per la complessità del progetto, l’estrema precisione che richiede e per il contesto in cui viene realizzato, nel mezzo del deserto cileno. L’ELT è il più rilevante progetto varato ad oggi dall’ESO e il maggiore mai assegnato nel campo dell’astronomia a terra.
Il nuovo telescopio viene costruito in Cile sul Cerro Armazones, nella parte centrale del deserto di Atacama, una delle aree più aride al mondo, a un’altitudine di 3.000 m sul livello del mare.
Le lavorazioni di edilizia civile riguardano progettazione e realizzazione della “Main Structure” e del “Dome”, e rappresentano una vera sfida ingegneristica.
Il “Dome” (90 m di altezza e 95 m di larghezza con un peso di 6.000 tonnellate circa) è la cupola dentro la quale è alloggiato il telescopio. L’apertura principale della cupola è protetta da due porte scorrevoli e, subito all’interno, da un pannello che scorre verso l’alto e che serve a proteggere il telescopio dalle raffiche di vento. La “Main Structure” (50 x 60 m e 3.600 tonnellate di peso) è la struttura che ospita gli specchi e la strumentazione scientifica. Entrambe le strutture sono mobili, e devono ruotare in modo perfettamente sincronizzato.
Il telescopio ELT è dotato di uno specchio primario di 39,3 m di diametro, composto da 798 specchi esagonali regolabili per formare una parabola perfetta (l’errore di allineamento è nell’ordine dei nanometri), e altri 4 specchi secondari. Aspetti che garantiscono una capacità di messa a fuoco 100 milioni di volte superiore a quella di un occhio umano e la possibilità di raccogliere più luce di tutti i maggiori telescopi oggi esistenti sul pianeta, che hanno specchi primari da 8-10 m di diametro.
La realizzazione di un progetto così complesso e tecnologicamente avanzato è ricca di sfide. La Precisione: il telescopio esplorerà lo spazio a 13,5 miliardi di anni luce e lo scostamento massimo accettabile durante la rotazione è di 0,0013 gradi (alcune decine di micron). Una rotazione che deve avvenire senza scosse o accelerazioni per non compromettere l’integrità degli specchi e della strumentazione. La Sicurezza: il Cile è uno dei paesi col più alto rischio sismico, fatto che ha necessariamente portato alla progettazione di una struttura completamente antisismica. La Pulizia: l’ambiente all’interno del Dome è concepito con le caratteristiche di una enorme “camera bianca” da oltre 1 milione di m3, dove l’aria deve essere filtrata e mantenuta alla temperatura prevista per la notte per evitare che polvere e sbalzi termici compromettano l’osservazione dello spazio. Viene così garantito che tutta la struttura metallica del Telescopio e la sua strumentazione scientifica raggiungano una temperatura che in ogni punto non differisca di ±2°C rispetto alla temperatura notturna al momento dell’apertura dei portoni.
Astaldi (in quota al 60%) realizzerà le opere in raggruppamento di imprese con Cimolai (40%) e con EIE Group (leader internazionale nella gestione, progettazione e realizzazione nel settore dell’Astronomia e dell’Astrofisica).
Per maggiori dettagli: la pagina ELT sul sito ESO.